Patologie arti superiori

Lussazione sterno-clavicolare

Questo tipo di lussazione è molto rara, si verifica per cadute sul moncone della spalla. La sintomatologia è
caratterizzata da dolore locale e deformità.

Artrite reumatoide del gomito

L’artite reumatoide è un disordine infiammatorio cronico che può interessare molteplici organi e tessuti anche se il bersaglio principale è costituito dalle articolazioni, che può portare alla distruzione della cartilagine articolare e all’anchilosi (fusione ossea spontanea di un’articolazione). La causa scatenante dell’artrite reumatoide è ancora oggi sconosciuta. Questa patologia provoca un’ ampia gamma di modificazioni anatomiche, le più gravi restano sicuramente quelle che interessano le articolazioni. Molto spesso oltre alla distruzione della cartilagine articolare e all’anchilosi, vi è un interessamento tendineolegamentoso che accompagna l’artrite, di cui i noduli reumatoidi rappresentano la manifestazione cutanea più comune andandosi ad insidiarsi in zone sottoposte a pressione. I noduli reumatoidi sono masse dure, ovali o rotonde e sottocutanee.
L’artite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, che colpisce particolarmente le articolazioni diartodiali e, con frequenza minore tendini, borse e tessuto sottocutaneo.
L’artite reumatoide in particolar modo quella giovanile, colpisce abbastanza spesso il gomito. È
caratterizzata da dolore, deformità articolare e riduzione della mobilità del gomito.

Artrosi trapezio-metacarpale

L’artrosi è una malattia degenerativa articolare a carattere evolutivo, che origina primitivamente dalla cartilagine articolare e con il tempo, coinvolge le altre componenti dell’articolazione.
L’artrosi di questa articolazione è piuttosto frequente in età medio-senile, specie nelle donne. Vi è dolore alla base del I metacarpo alla pressione e nei movimenti del pollice, che in fase avanzata riducono l’ampiezza, fino ad arrivare alla perdita della funzione di presa del pollice.

Sindrome del tunnel carpale.

È una sindrome irritativa o compressiva del nervo mediano, si presenta più frequentemente nelle femmine ultraquarantenni. Determina intense parestesie che colpiscono la faccia palmare delle prime tre dita della mano e della metà del quarto dito. Tale sindrome è dovuta generalmente alla compressione lenta e graduale del nervo mediano che viene spinto contro il legamento trasverso del carpo dalla tumefazione (gonfiore) infiammatoria dei tendini flessori delle dita colpiti da una tenosinovite cronica. Nei casi datati da più tempo la sintomatologia parestesica diventa sempre più intollerabile con l’aggravarsi di deficit motori che comportano la facile caduta di oggetti di piccole dimensioni come aghi, bottoni, etc.

Epicondilite o gomito del tennista

L’epicondilite o gomito del tennista è una tendinopatia inserzionale con un decorso acuto o cronico che colpisce l’inserzione osteotendinea dei muscoli epicondiloidei.
Fattori determinanti sono i microtraumi ripetuti e le ipersollecitazioni funzionali, mentre fattori che favoriscono l’istaurarsi dell’epicondilite sono: la diminuita potenza muscolare dell’avambraccio, gli errori nella tecnica di esecuzione di alcuni movimenti ma anche una certa predisposizione individuale.

La sintomatologia consiste in:
• dolore spontaneo in sede epicondiloidea con possibile irradiazione al braccio e alla mano soprattutto dopo uno sforzo
• dolore alla pressione della zona epicondilo idea
• nei casi più gravi può insorgere una notevole impotenza funzionale

Malattia di Dupuytren

Consiste nella felssione permanente di una o più dita della mano. È releativamente frequente nel sosso maschile, di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Generalmente inizia in corrispondenza del IV dito e poi si estende al V mentre è meno frequente l’interessamento del III dito. Spesso è bilaterale.
La sintomatologia avviene progressivamente e lentamente (in genere nell’arco di molti anni) e consiste in:
• Formazione di noduli sottocutanei in corrispondenza della testa del IV, V o III metacarpo
• Progresssivo atteggiamento coatto in flessione della prima e seconda falange delle dita corrispondenti.
Le deformità variano a seconda dello stadio evolutivo della malattia, deformità in flessione che può andare daun minimo di 1° ad un massimo che supera i 135°.
Manca in genere anche nelle fasi più avanzate, qualsiasi sintomatologia dolorosa locale, mentre è progressivo il danno funzionale.

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